Anche il prefisso +30 ora nel mirino: cosa rischi se richiami quei numeri muti dalla Grecia

Anche il prefisso +30 ora nel mirino: cosa rischi se richiami quei numeri muti dalla Grecia

Un squillo breve, nessuna voce all’altro capo: basta questo perché molte persone ricontattino il numero, sperando si tratti di un errore. In realtà quella sequenza di cifre che compare sul display può essere l’apertura di una truffa telefonica che prende di mira utenti in tutta Europa. Dopo ondate registrate con prefissi spagnoli, francesi e olandesi, ora aumentano le segnalazioni per chiamate provenienti dal prefisso +30, cioè la Grecia. Il meccanismo è spesso lo stesso: una telefonata istantanea, silenziosa o molto breve, studiata per far scattare la curiosità e la pressione a richiamare.

Chi chiama, spiegano gli esperti, non cerca un dialogo: punta a far cadere la vittima nella cosiddetta truffa del wangiri, ovvero il ritorno di chiamata verso numeri che applicano un costo al minuto estremamente elevato. Un dettaglio che molti sottovalutano è che non serve una conversazione prolungata: bastano pochi secondi per far partire addebiti consistenti. Allo stesso tempo, i malintenzionati non si limitano a questo sistema. In alcune versioni la telefonata viene seguita da un messaggio che annuncia una finta vincita e chiede il pagamento di una commissione o il clic su un link malevolo per incassare il premio.

Altre strategie segnalate in Italia e nel resto d’Europa comprendono falsi avvisi urgenti che imitano comunicazioni di enti pubblici e creano panico, oppure proposte apparentemente vantaggiose per lavoro, investimenti o relazioni che nascondono richieste di denaro o raccolta di dati personali. Chi vive in città lo nota spesso nella lista chiamate: numeri non familiari che ricompaiono con prefissi esteri. In molti casi i soldi finisco su conti riconducibili a società telefoniche estere o a circuiti di intermediazione difficili da rintracciare, e per le vittime diventa complicato ottenere rimborsi.

Come riconoscere la truffa e reagire subito

Il primo passo è semplice e diretto: non richiamare un numero estero che non si conosce, soprattutto se sul display compare il prefisso +30 o un altro codice che non si aspetta. Richiamare può comportare l’attivazione immediata di una tariffazione speciale; questo è il punto che molti ignorano fino a vedere addebiti inaspettati sulla bolletta. Se la chiamata è accompagnata da un sms o da una voce che parla di vincite, multe o problemi con documenti, si tratta spesso di tecniche consolidate per forzare una risposta emotiva.

Per proteggersi, gli operatori e le autorità consigliano di bloccare il numero sul telefono, verificare gli addebiti con il proprio gestore e segnalare l’episodio alla polizia postale o all’autorità di controllo delle comunicazioni. Un altro passo concreto è non cliccare su link inviati dopo la chiamata: quei link malevoli possono installare software che sottraggono dati personali o attivare ulteriori costi. Chi riceve richieste di pagamento per ritirare un premio dovrebbe sospettare immediatamente e chiedere conferme solo tramite canali ufficiali.

Esistono strumenti tecnici utili: servizi di blocco chiamate anonime, app che filtrano i numeri sospetti e la possibilità di impostare avvisi di spesa con il proprio operatore. Un aspetto che sfugge a chi non è abituato a leggere la bolletta è che spesso gli addebiti compaiono come voci di terze parti, non immediatamente riconducibili a una chiamata singola. Per questo è importante conservare la cronologia delle chiamate e confrontarla con i movimenti in fattura nel corso dell’anno.

Segnalare questi episodi ai canali istituzionali aiuta a tracciare i pattern e ad attivare blocchi più ampi: nel medio termine, più denunce significano maggiori possibilità di intervento da parte delle autorità e degli operatori telefonici. Infine, un consiglio pratico e spesso trascurato: aggiornare il software del telefono e usare codici di blocco per le chiamate internazionali non desiderate. Il risultato è che si riducono le probabilità di cadere nella trappola e si rende meno profittevole il lavoro di chi sta dall’altra parte della linea.

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