(Adnkronos) – Quasi 200 Paesi riuniti alla COP30 di Belém, in Brasile, hanno approvato un nuovo accordo climatico, battezzato Global Mutirão. A guidare la conferenza Onu è stato il diplomatico brasiliano André Corrêa do Lago, che ha sancito l’intesa con un martelletto tra applausi e acclamazioni, ma l’intesa non è stata priva di tensioni.
L’Unione Europea, che aveva spinto per un impegno formale su una road map per l’eliminazione graduale dei combustibili fossili, alla fine ha dovuto fare marcia indietro e accettato che nelle conclusioni non venisse fatto riferimento esplicito all’eliminazione graduale dei combustibili fossili’.
Do Lago si è però impegnato a creare tabelle di marcia volontarie per allontanare i Paesi dai combustibili fossili e fermare la deforestazione, in seguito all’adozione di un accordo sul clima privo di tali misure. “Sappiamo che alcuni di voi avevano ambizioni maggiori per alcune delle questioni sul tavolo”, ha detto, riferendosi alla delusione di molti Paesi, con quelli Ue in prima linea.
La Cop30 di Belem passerà alla storia come un “successo in una situazione molto difficile”, ha detto all’Afp Li Gao, a capo della delegazione cinese. “Sono soddisfatto del risultato, abbiamo ottenuto questo successo in una situazione molto difficile”, ha asserito, sostenendo che il risultato “dimostra che la comunità internazionale vuole mostrare solidarietà e fare sforzi congiunti per affrontare il cambiamento climatico”.
“Alla Cop della verità, la scienza ha prevalso. Il multilateralismo ha vinto”le parole del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva. “Nell’anno in cui il pianeta ha superato per la prima volta, e forse in modo permanente, il limite di 1,5 gradi sopra i livelli preindustriali, la comunità internazionale ha affrontato una scelta: continuare o arrendersi. Abbiamo scelto la prima opzione”, ha detto.
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