Apri WhatsApp e, oltre alle chat e ai gruppi, potresti trovare presto altro: una funzione pensata per trasformare i canali in spazi più interattivi. Gli sviluppatori lavorano da tempo su piccoli aggiustamenti, ma nelle ultime build è emersa una novità che punta all’engagement diretto: la possibilità di creare e condividere quiz interattivi. La scoperta arriva da chi segue le beta dell’app: un’anticipazione tecnica che riguarda soprattutto Android, ma che può avere ricadute anche in Italia e nel resto d’Europa quando il rilascio sarà più ampio. Un dettaglio che molti sottovalutano è che funzioni nate nei canali vengono spesso replicate con leggere differenze su altri prodotti di messaggistica; lo raccontano i tecnici del settore.
Come funzionano i test e l’interfaccia
Le tracce rinvenute nelle versioni di prova mostrano un’interfaccia che richiama i sondaggi già noti in WhatsApp, ma con strumenti pensati per quiz strutturati. Nella beta identificata come 2.25.30.5 per Android, distribuita su Google Play Store per i tester, compare un pannello chiamato “Crea un quiz”: qui l’amministratore del canale può scrivere la domanda, aggiungere opzioni e contrassegnare le risposte ritenute corrette con una spunta. In alcune schermate osservate si evidenzia una sola risposta corretta; in altre segnalazioni, invece, la piattaforma sembra accettare più risposte giuste — una discrepanza che è comune nelle prime fasi di test quando gli sviluppatori sperimentano varianti di UX. Un fenomeno che in molti notano solo nella fase beta è la rapidità con cui vengono raccolti i feedback degli utenti, utili per rifinire l’esperienza.
Chi risponde vedrà un riscontro immediato: l’app segnala se la scelta è corretta o meno, senza passaggi aggiuntivi. Il quiz viene allegato al canale e resta visibile ai membri; non è chiaro se e come saranno raccolti i risultati aggregati per gli amministratori, né se saranno disponibili statistiche avanzate. Per ora le prove rimangono confinate a dispositivi Android e a tester selezionati, ma il meccanismo base è chiaro: creare coinvolgimento direttamente all’interno del canale, con una interazione semplice e accessibile.
Implicazioni per i canali e per chi li gestisce
Se la funzione dovesse arrivare in versione stabile, cambierebbe il modo in cui amministratori e giornalisti usano i canali per comunicare. Un quiz ben costruito può servire per verificare la conoscenza su un argomento, proporre brevi verifiche informative o stimolare la partecipazione della community. Gli amministratori avranno così uno strumento diretto per misurare l’attenzione e per proporre contenuti a risposta multipla; un aspetto che sfugge a chi vive in città è che queste forme di interazione funzionano particolarmente bene dove le reti sociali locali sono già attive, come in molte province italiane.
Dal punto di vista operativo, però, restano domande aperte: che dati raccoglierà WhatsApp? Gli strumenti di authoring saranno semplici o offriranno opzioni avanzate di personalizzazione? Le prime prove non mostrano dashboard complesse, ma la base per un uso editoriale c’è. In diversi contesti — dall’informazione locale alle community sportive — quiz rapidi possono aumentare la retention degli utenti sul canale senza uscire dall’app. Chi gestisce un canale dovrà però valutare l’impatto sulla moderazione e sulle policy interne, perché maggiore interazione comporta anche maggiore necessità di controllo dei contenuti.
Un dettaglio pratico: chi crea il quiz pare possa inserire domande liberamente e scegliere le risposte corrette; resta da vedere se ci saranno limiti sul numero di quiz pubblicabili o vincoli di frequenza. In molti Paesi europei le funzionalità beta vengono rilasciate gradualmente, quindi la sperimentazione iniziale non deve essere letta come una promessa di lancio immediato.
Quando e dove potremmo vederla disponibile
Al momento la traccia è ufficialmente osservata nella beta Android, con le segnalazioni raccolte da fonti che monitorano le build: WABetaInfo è tra queste. Non ci sono comunicazioni pubbliche su date di rilascio, e il percorso più probabile è quello di un roll‑out graduale: prima ai beta tester, poi a segmenti di utenti in varie aree geografiche, infine a tutti. In passato WhatsApp ha seguito questo schema, testando funzioni in Android e poi estendendole su iOS e sulle versioni desktop; per questo è realistico attendersi una finestra dilatata nel corso dell’anno.
Per l’Italia la probabilità che la novità arrivi è alta, dato l’uso massiccio dei canali da parte di editori e realtà locali. Un aspetto che molti sottovalutano è la necessità di aggiornare le policy dei canali quando si introduce interattività: quiz e sondaggi possono richiedere regole diverse rispetto ai messaggi broadcast. La conseguenza pratica è che i canali potrebbero trasformarsi in ambienti più dinamici, utili per testare conoscenze dei lettori o per promuovere discussioni guidate.
Più in generale, la sperimentazione mette in luce una direzione chiara: WhatsApp sta cercando di offrire strumenti che mantengano l’utente dentro l’app il più a lungo possibile, riducendo il ricorso ad altre piattaforme. Per ora resta una funzione in prova; resta da vedere quale sarà l’adozione e come gli amministratori nei diversi contesti italiani la integreranno nelle loro pratiche quotidiane.